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Il mondo si è fermato ma non posso scendere..

Sono seduto alla mia scrivania, e guardo il mondo dalla finestra, sento qualche sirena e nient’altro. Sono su questa qwerty e guardo il mio gatto Eolo, che corre per la stanza incurante di quello che sta succedendo. Lo vedo felice.

Ha voglia di giocare e mi chiama con il suo modo di fare, un po’ ruffiano. Lo guardo e gli sorrido, sbatto gli occhi per dirgli che gli voglio bene, e che in questo periodo è una delle poche cose belle. Mi guarda incantato, mi chiedo se avrà capito cosa sta succedendo o se pensa che io non stia bene. Perché non sono mai stato a casa tutto questo tempo. In effetti ha degli atteggiamenti strani ed inusuali. A volte quando sto a letto, salta sulle coperte e mi fa le fusa. Cosa bellissima, sia chiaro, ma chi glielo spiega che sto benissimo? Anzi meno male che i gatti portano fortuna..

Adoro gli animali, sono esseri semplici e sinceri, nelle loro differenze. Fieri di portarsi dietro un mondo tutto loro, dal quale ci siamo allontanati. Siamo chiusi nelle nostre abitudini e viviamo nei nostri interessi e non riusciamo a guardare le cose con semplicità. Lo guardo correre in giro per la casa come se stesse scappando o inseguendo un amico immaginario. A volte non riesco a seguirlo, ma è nelle differenze che ci si vuole bene.

Giorno dopo giorno, cerco di fare qualcosa per far passare il tempo di questa pseudo libertà, di questa forzata libertà, o meglio chiamarla libera prigionia. Dopo i primi periodi dove ho finalmente terminato le tante cose che avevo in sospeso, e dopo che ho finito di aggiustare le varie cose che erano lì ad aspettarmi, e dopo che ho cercato di fare le cose che mi ero sempre promesso di fare, ho iniziato a guardarmi in giro, per casa, cercando qualcos’altro da fare. Se non fosse stato per qualche buon libro, e per internet, credo sarei finito in depressione. Mi ricordo sempre di quella frase di Arthur Schopenhauer “Quando un uomo è solo davanti a se stesso appare veramente ciò che egli possiede”. Qui si scoprono gli altarini. E non è affatto facile.

Ma Eolo no, non è affatto preoccupato. Giorno dopo giorno, fa sempre le stesse cose. Mangia, gioca, dorme, riposa, beve, fa i suoi bisogni, si pulisce e poi ricomincia. Fa i suoi giri perlustrativi, gioca e poi dorme e poi si stiracchia, e poi si pulisce e si riposa e gioca e mangia e beve, e fa sempre la stessa cosa. Corre, si stende a terra per giocare, si riposa e gioca e salta sui mobili e dorme e gioca.

Ha una sua visione della vita, perché come tutti gli animali ha una differente visione del tempo. La sua percezione temporale è circolare, e non lineare come la mia, la nostra, e non so se sia un vantaggio in questo periodo. Anzi credo che anche la mia percezione ormai stia diventando circolare e non so se preoccuparmi. So solo che stiamo vivendo in una situazione davvero unica e inimmaginabile, dove le giornate si rincorrono una più o meno uguale all’altra, come quella del mio gatto, per intenderci.

Ascolto il cuore e cerco di farmi coraggio e cerco di impiegare il mio tempo per fare qualcosa di costruttivo. Io che non ho mai perso tempo, e che anzi, ho sempre avuto la sensazione di non averne abbastanza. Ho sempre avuto questa sensazione da bambino. Forse sarà per la grande voglia di vivere che mi porto dietro, che mi segna questo sorriso. Anche ora che non mi sembra vero di avere tutto questo tempo, tutto per me, non mi sembra mai abbastanza. Anche in questi giorni, a dire il vero, ho provato la sensazione di scarsità del tempo, come una chiamata all’azione in questo gioco che chiamiamo vita.

Cerco di farmi coraggio. Anche perché, purtroppo, da casa mia non vedo il mare. Quel mare che in altre circostanze è stato il mio amico fidato. Anche perché se un uomo guarda l’orizzonte e sogna, a me che vivo lontano dal mare non mi rimane che sognare un orizzonte. Bisogna avere immaginazione. Quello che mi resta, sono la mia speranza e la mia fede. Carità tra poco la cercherò per strada, in qualche piazza, se non si torna a lavorare.

La musica nelle cuffie mi distrae. Generale la guerra è finita. Magari penso. Penso ai bambini che piangono e che non vogliono andare a dormire. La guerra non è ancora finita, Generale, questi Cinque Stelle, che senso hanno in mezzo al rumore di questo silenzio. Quasi quasi prendo un treno e vado io a Bruxelles e porto con me anche Eolo, così gliene cantiamo di tutti i colori a questi amici, fratelli di un Unione che tutto mi sembra tranne che una fratellanza tra popoli. E’ solo tenuta in piedi da interessi finanziari. Così non serve a nessuno. O uniti in tutto o divisi in tutto. Così non ci serve. Rispetto tutti, ma pretendo rispetto altrimenti ognuno a casa propria. Casa è dove ci si sente protetti, ben accetti, ben voluti, al sicuro.

Il problema è che si è fatta l’Europa ma non si sono fatti gli Europei. Sinceramente stiamo ancora cercando di fare gli italiani figuriamoci gli europei. Abbiamo tralasciato un piccolo particolare. Il discorso è che se le cose vengono fatte solo per interessi finanziari ed economici, tra l’altro molto lontani da noi, ed il popolo non viene coinvolto seriamente, non si sentirà mai parte di un progetto. Senza un perché non si va lontano.

Non sono a favore di nessun colore politico, sia chiaro. Credo nelle persone e nelle unioni di cervelli. Credo nelle buone idee. Ma sono ormai adulto, e riesco a sentire la puzza del marcio in molti politici guidati solo da propri interessi, pilotati da potenti corrotti al servizio di poteri più grandi. Da ragazzo volevo fare il politico, perché volevo salvare la gente, poi ho preferito salvarmi. Non avrei retto molto il sistema, forse oggi non sarei neanche qui seduto a scrivere queste parole. A volte guardo l’evidenza dei fatti e mi chiedo come sia possibile che alcune cose le vedo solo io, o magari voglio vederle solo io. Da non credere. So bene che ci sono degli equilibri sottili, instabili e precari, ma bisogna essere onesti, bisogna guardare in faccia la realtà. Non ho la cura per tutto questo ma “sento” che le cose fatte in questo modo non sono fatte bene. Credo nella famiglia più di ogni altra cosa. E questa per me non è una famiglia. Forse dai momenti difficili si impara molto e si cresce.

Comunque in questa percezione circolare del tempo, mi sento a mio agio. Mi sveglio, mangio, mi lavo, mangio, leggo, riposo, bevo e gioco con Eolo, e qualche volta scrivo. Allora torno al mio tempo e resto a guardare dalla finestra.. e ritorno ad immaginare, anzi a sognare quell’orizzonte che prima o poi vedrò, insieme ad Eolo che ha tanto da insegnarmi.

Ah, ma tutti quelli che dicevano “Fermate il mondo .. voglio scendere “, dove sono andati? Così per curiosità..

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